I rimedi spagirici moderni ClusterMedizin®

                                 Cluster di molecole d'acqua

La visione della spagiria classica era limitata dalla mancanza di quella visione olistica che oggi ci appartiene. Pertanto nei tempi antichi si trattava per sintomatologia. Cosa ci porta di nuovo la spagiria moderna rispetto a quella antica? Ci porta le nuove scoperte di uno scienziato, il Professor Heinz negli anni 60 e 70 del 900 in Germania. Questa evoluzione della spagiria ci ha portato alla ClusterMedizin® che per definizione lavora con trattamento sistemico e non solo sintomatico ed è strutturata in tre parti:

1.     Rimedi in gocce per i processi fisici e metabolici: “Watercluster”

2.     Rimedi per la psiche o processi psico-energetici: “Audiocluster”

3.     Rimedi per la mente: “Visualcluster”

A questo punto, per poter procedere è necessario fare alcune premesse in merito alle nuove scoperte scientifiche che costituiscono una base per l’applicazione della  spagiria moderna.

                   I.            La scoperta degli altri cervelli oltre a quelli del cranio

                 II.            La scoperta dei biofononi e dei biofotoni


 I.                   La scoperta degli altri cervelli oltre a quelli del cranio

·        Il primo cervello è situato nel cranio. Questo lo sappiamo tutti. Ma ne esistono altri due!

·        Il secondo cervello è nell’addome: È stato il dottor Micheal D. Gershon della Columbia University, il quale, basandosi su scoperte precedenti, ha elaborato negli anni 90 la sua teoria, secondo cui l’intestino è un secondo cervello, dove sono presenti centinaia di milioni di neuroni. Inoltre, il cervello addominale comunica sia con il sistema immunitario sia con i suoi abitanti microbici (microbioti). Attraverso l’asse intestino-encefalo, entrambi i centri di comando hanno un costante scambio dinamico attraverso vie nervose (soprattutto il nervo vago), messaggeri e metaboliti microbici. Sorprendentemente, l’intestino è molto più eloquente  e il 90% delle informazioni viaggia dal basso verso l’alto.

·        Il terzo cervello è nel cuore. Un antico detto tibetano afferma che “la mente abita nel cuore e il cervello nella testa è solo il suo ufficio.” Nel 1991 una scoperta scientifica mise a tacere qualunque residuo di dubbio sul variegato ruolo del cuore all’interno del corpo. Il cuore non è semplicemente  una pompetta per il sangue bensí un generatore e coordinatore di impulsi vitali che dirige tutto l’organismo. Tutto è incentrato sull’intimo rapporto che collega il nostro cuore e il nostro cervello.  Una squadra di scienziati, diretta dal dottor J. Andrew Armour dell'Università di Montreal, ha scoperto che circa 40.000 neuroni specializzati, denominati neuriti sensori, formano una rete di comunicazione all'interno del cuore stesso.

Questi neuriti sensori del cuore sono pochi ma molto piú veloci e di conseguenza questi tre cervelli sono come un’orchestra composta da fiati (testa) e archi (pancia) ed il cuore è il direttore.

Cosí tornando alla spagiria moderna possiamo capire, con l’aiuto della psicosomatica funzionale, che tutta l’espressione della vita umana dipende dal cuore attraverso funzioni mentali.

II.        La scoperta dei biofononi e dei biofotoni

    Orecchio interno con coclea         Nuovo tipo di neuroni nell'occhio

Gli sviluppi della BIOLOGIA QUANTICA stanno cambiando il modo di vedere la realtà, superando la tradizionale visione analitica -lineare della “Scienza Meccanica e Quanto Meccanica”. I biofononi sono particelle analoghe ai biofotoni della luce. La luce ha natura doppia: la natura di frequenze elettromagnetiche e la natura corpuscolare dei fotoni. Il nostro orecchio è un preciso strumento di misurazione. Infatti è in grado di distinguere duecento suoni diversi al secondo anche ad intervalli di un ventesimo di tono sulla scala musicale. Come fa? Dopo la membrana il suono e le onde acustiche entrano nella coclea situata nell’orecchio interno. In questo labirinto sono presenti i corpi ciliari che sono numerosissimi e che vengono eccitati dalle onde acustiche giunte  fino a lá e trasformate in impulsi elettrici. Questi poi, una volta giunti al cervello, danno il via  una complessa attivitá da parte dei biofononi.

A questo punto possiamo tornare alla spagiria moderna.

Analogamente all’attivitá dei biofotoni, anche le onde sonore possono creare nei tessuti degli esseri viventi la formazione di biofononi. Per ogni organo interno sono state individuate frequenze che creano specifici fononi. Questo apre la porta alla possibilitá di cercare l’equibrio dei singoli organi interni umani, non solo con sostanze chimiche, rimedi spagirici in gocce, omeopatici, fitoterapici ecc, ma anche direttamente con onde sonore, create con complessi algoritmi, basati non su una scala musicale bensí sulla sezione aurea . Questi algoritmi, attraverso l’udito o anche con la vibrazione sulla pelle, danno impulsi per la formazione di fononi specifici del singolo organo in questione.

La moderna spagiria non si occupa solo della produzione di rimedi  in gocce per il corpo, ma anche di rimedi in forma udibile, che appunto possono equilibrare il singolo organo, e rimedi nel campo visivo, che usano direttamente la funzione di trasmissione biologiche attraverso il nervus ottico al cervello e dal cervello all’organo.

Dunque la spagiria moderna lavora con tre tipi di rimedi, che sono citati precedentemente:

1.     Watercluster: Le gocce spagiriche dove sulla molecola dell’acqua le informazioni biologiche vengono trasportate fino alla cellula e che agiscono sul corpo fisico

2.     Audiocluster: Le onde sonore che creano fononi negli organi e che agiscono soprattutto sulla psiche

3.     Visualcluster: Immagini in movimento riprodotte sullo schermo di un computer che osservate vengono trasformate in impulsi elettrici che attraverso il nervo ottico giungono al cervello e attraverso funzioni mentali e biofotoni attivati da queste agiscono sulla mente e attraverso questa sull’organismo intero.

Finalmente nel processo terapeutico abbiamo capito che non ha senso cercare di bloccare i sintomi o solo asportare tessuto ma cercare di invertire il processo distetico in funzione di equilibrio e benessere.


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